29 gennaio 2007

MARKETTA PER ARTURO

Il resoconto dell'amica Annamaria sul concerto in onore di Toscanini alla Scala: una serata da manuale di costruzione del consenso.

Ho ascoltato ieri sera il concerto beethoveniano per Toscanini alla Scala, accolto senza il consueto coro di deliri per la perfezione di ogni “evento” in quella sede. Sono certa che la lettura dell’Eroica data da Baremboim con la Filarmonica locale non entrerà nella storia, e verrò dimenticato anche il ritardo della “massima” istituzione musicale milanese nell’accorgersi dell’anniversario toscaniniano: pazienza, non è e non sarà “né la prima né l’ultima”.
Invece, mette conto segnalare che il sindaco e Presidente della Fondazione Teatro alla Scala, che sedeva al centro del palco reale e al centro della coppia presidenziale, ha gestito la circostanza in maniera demagogico-populistica con la sorniona complicità di un altro esperto di comunicazione massmediatica ante litteram, quale Arturo T.
Il Presidente Napolitano è persona troppo seria e forse anche troppo rigida per sfruttare la facile occasione di un bagno di applausi e resta nell’ombra, quasi interpretando il ruolo di comprimario (complice Lissner); i membri del CdA scaligero – che pure devono avere condiviso l’opportunità di realizzare l’evento e di sostenere i relativi costi (consistenti) – non cercano di incassare la loro quota di merito ed escono in sordina.
Invece è lei, Moratti “croce e letizia”, a salutare il pubblico dal palco adorno di fiori bianchi, come se si rivolgesse al “popolo” quale legittimo occupante il palco “reale”. E di popolo trattavasi: milanesi accolti per la prima volta nel Piermarini rinnovato e forse entrati per la prima volta alla Scala da 60-70 anni, a far data dall’età di gran parte di quel popolo/pubblico, verosimilmente destinato a non ritornarvi a causa del prezzo dei biglietti e della difficoltà nel procurarseli.
Cultura? Formazione musicale? Ma per favore! Soltanto distinzione – nemmeno à la Bourdieu – rispetto ai più rimasti a casa, nonostante la mobilitazione presso i Consigli di Zona realizzata con criteri poco trasparenti.
Non riguarda il popolo/pubblico il dato che l’esecuzione non fosse all’altezza del compositore, della sinfonia, del dedicatario, del direttore e del luogo, che tutto sapesse di finzione (non ci credeva nessuno, ma non si spara sulla Croce Rossa…). Se questi aspetti non paiono riguardare gli spettatori delle serate in stagione e tanto meno la critica dei quotidiani (Corriere in primis), quel pubblico artefatto ricorderà il sindaco che l’ha portato alla Scala nel nome dell’ennesimo “grande vecchio” e si sentirà vicino a lui (Arturo non Giorgio) e a lei, che non si è fatta sottrarre la scena neppure dal solito Sgarbi, pure aduso a farsi notare. Una serata da manuale di costruzione del consenso.
Anna Maria Morazzoni

23 gennaio 2007

Interrogazione sugli atteggiamenti fascisti

Il testo potrà sicuramente non soddisfare molti, ma questo è quanto è possibile tecnicamente chiedere all'Amministrazione Comunale; altre questioni hanno a che fare con i poteri della Chiesa o di altre istituzioni e, in quanto tali, fuori dall'area di competenza del Consiglio Comunale.
Personalmente credo sia comunque importante fermare anche per scritto l'attenzione su queste vicende e, almeno formalmete, coinvolgere in una risposta l'amministrazione.

INTERROGAZIONE

Oggetto: slogan fascisti in manifestazioni pubbliche.

PREMESSO CHE

Durante il funerale per Nico Azzi, che si è svolto all’interno della Basilica di Sant’Ambrogio il giorno 12 gennaio 2007 e durante la consegna della laurea honoris causa al Presidente del Consiglio Romano Prodi il giorno 18 gennaio all’Università Cattolica, si sono verificati da parte di gruppi presenti atti di intolleranza con slogan fascisti sotto lo sventolio di bandiere con immagini celtiche

CONSIDERATO CHE

1 - L’apologia di fascismo e le manifestazioni fasciste sono sanzionate dalle “Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale” (comma primo) della Costituzione e dalla Legge n. 645 del 1952 (legge Scelba) ai punti 4. e 5.

2 - Gli agenti di polizia locale, in quanto agenti di polizia giudiziaria, in presenza della commissione di un reato, sono tenuti per legge a fare rapporto alla competente autorità giudiziaria locale

Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri Comunali interrogano il Sindaco e l’Assessore competente per sapere:

1 - Se, nelle due occasioni pubbliche menzionate (funerali di Nico Azzi e consegna della laurea honoris causa al Presidente del Consiglio) fossero presenti agenti di polizia locale;

2 - In caso positivo, se gli stessi hanno fatto rapporto alla Procura della Repubblica in relazione alle manifestazioni fasciste in violazione alle leggi dello Stato.


Milano, 23 gennaio 2007