Visualizzazione post con etichetta pari opportunità. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta pari opportunità. Mostra tutti i post

08 dicembre 2008

I “non luoghi” di preghiera del sindaco Moratti

Sorprende l’interpretazione intimista del sindaco Moratti all’esplicita richiesta del cardinale Tettamanzi. Il cardinale nel suo “Discorso alla città” invita chiaramente l’amministrazione pubblica ad applicarsi perchési trovino luoghi di preghiera per coloro che professano religioni diversedalla cristiana, in particolari i musulmani. Il sindaco Moratti minimizza,raccoglie l’appello come un’esortazione a cercare i luoghi di culto primadi tutto dentro di sé. Come non fossero, questi luoghi, anche spazi di socialità e di identificazione della propria comunità.
Colpisce, inoltre, che questo accada nello stesso giorno in cui il Governo si affretta a rassicurare calorosamente la Cei: i ventilati tagli ai finanziamenti pubblici alle scuole cattoliche non si faranno. E’ compito delle finanze dello Stato garantire che ci siano luoghi dove poter educare i figli secondo le proprie convinzioni etiche e religiose.
Ma, ci si chiede a questo punto, perché non incoraggiare anche le famiglie cattoliche a trovare questi luoghi principalmente dentro sé stesse?

Sant'Ambrogio, 2008

03 giugno 2008

La mia ultima fatica


Ciao a tutti, questo volume riprende alcuni risultati di un progetto europeo (Pariteia Equal opportunities and citizenship, in partenariato con Cdie-Centro di iniziativa europea e coinvolgente le città di Bologna, Milano, Napoli; Bruxelles, Madrid, Riga, Utrecht, Varsavia) e di un programma di ricerca nazionale (Sfide, rischi, opportunità del mondo flessibile. Uno studio sugli stili relazionali delle giovani coppie , in network con le università di Roma, Napoli, Torino e Catania). Penso che il tema dei cambiamenti dei giovani uomini sia molto interessante.
Recentemente, in Italia e in Europa, si è molto discusso sui mutamenti delle relazioni genitoriali e, in particolare, sulle nuove paternità. Se, da un lato, la crescente presenza delle donne nel mondo del lavoro ha portato sempre più uomini a riscoprire l’importanza del rapporto con i figli, permane dall’altro un differente approccio, maschile e femminile, nell’adempimento del compito di genitore. Laddove la maternità assorbe la donna totalmente, la paternità sembra non implicare un ridisegnarsi delle priorità nel contesto familiare.
Ma come interpretare allora gli elementi di novità che si profilano in maniera sempre più evidente nei «nuovi padri»? Come vivono il proprio ruolo? Come gestiscono il tempo e le nuove responsabilità?
Indubbiamente, i cambiamenti che investono l’identità maschile rappresentano un importante punto di partenza nel ridurre le asimmetrie di genere – in questo senso, il volume riflette anche sull’importanza delle politiche dei congedi parentali – per raggiungere un maggior equilibrio nella difficile sfida di essere padri (e madri) nella società di oggi.

F. Zajczyk e E. Ruspini (2008), INuovi padri? Mutamenti della paternità in Italia e in Europa, Baldini Castoldi Dalai Editore, Milano. Prezzo: € 17

03 maggio 2008

Ritmi urbani e qualità della vita


Ritmi urbani e qualità della vita: le nuove sfide al governo delle città

Milano, Sala Conferenze (Palazzo Reale)
Lunedì, 12 maggio 2008
Ore 9.00-17.00

Il convegno rappresenta un’occasione di confronto tra amministratori, operatori e studiosi sul tema degli scenari e dei nuovi ritmi spazio-temporali della città contemporanea.
Propone un percorso di riflessione attraverso tre sessioni di lavoro; la prima dedicata alla lettura degli scenari spazio-temporali della città contemporanea, la seconda all’identificazione delle nuove domande poste dalle popolazioni urbane e l’ultima al confronto sul tema tra i rappresentanti di alcune città italiane grandi e medie.
E’ promosso dal Gruppo Consiliare del Partito Democratico e da Perimetro_Lab (Laboratorio Periferie Metropolitane) del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano Bicocca con la collaborazione della Presidenza del Consiglio Comunale di Milano.

Programma

9.00 Registrazione

Saluti di benvenuto
Manfredi Palmeri - Presidente del Consiglio Comunale di Milano
Marilena Adamo - Consigliera Comunale di Milano - Partito Democratico

Relazione introduttiva
Spazio e tempo nella città contemporanea: città grandi e medie a confronto
(Francesca Zajczyk - Università di Milano Bicocca)

Prima sessione - Gli scenari spazio-temporali della città contemporanea
Spazio e tempo nel sistema urbano lombardo (Sandra Bonfiglioli - Politecnico di Milano)
Il tempo e l’invasività del lavoro (Susanna Camusso - Segretaria C.G.I.L Lombardia)
Il tempo come variabile economica nella vita delle imprese (Marco Accornero - Camera di Commercio di Milano)

Seconda sessione - Le nuove domande delle popolazioni urbane
Muoversi verso e nella città (Giampaolo Nuvolati - Università di Milano Bicocca)
Abitare la città e accedere ai suoi servizi (Matteo Colleoni - Università di Milano Bicocca)
Partecipare al governo dei tempi e degli spazi urbani (Silvia Mugnano - Università di Milano Bicocca)

Conclusioni
Pia Locatelli - Parlamentare europea gruppo PSE, presidente dell'Internazionale Socialista Donne

14.00 Terza sessione – Le nuove sfide al governo delle città. Assessori/e di città grandi e medie a confronto

Coordina David Parenzo - Telelombardia
Edoardo Croci - Comune di Milano
Elisabetta Gambardella - Comune di Napoli
Daniela Lastri - Comune di Firenze
Marta Levi - Comune di Torino
Giuseppina Balzamo - Comune di Pavia
Maddalena Cattaneo - Comune di Bergamo
Maria Chiara Pasquali - Comune di Bolzano
Caterina Ruggeri - Comune di Cremona
Anna Veronelli - Comune di Como

vedi locandina

20 marzo 2008

Spettacolo teatrale Donne in Parlamento

Venerdì 4 aprile, sarò a Como per lo Spettacolo Donne in Parlamento.
Lo spettacolo inizia alle 21.00. Prima (alle 18.30) ci sarà un’incontro cui parteciperanno, oltre a me, Serena Sinigaglia, regista dello spettacolo e Ornella Gambarotto, Presidente Comitato Imprenditoria Femminile.
La serata è organizzata dal Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Como in collaborazione con il Teatro Sociale di Como.
L’appuntamento è a Como presso il Teatro sociale, Sala bianca, via Bellini 1, ore 18.30
Per informazioni e prenotare l'ingresso allo spettaccolo il riferimento è Emilia Mancinelli 031/256346 mancinelli@co.camcom.it.

15 febbraio 2008

Democrazia paritaria: un'opportunità di cambiamento

Qui di seguito un documento sulla democrazia paritaria scritto da me e su cui sono confluite le firme di diverse elette o nominate in organismi dirigenti (costituente nazionale, direzione provianciale, commissioni nazionali e regionale) del PD, molte delle quali nuove alla politica....L'aspetto importante è che il doc è diventato un odg durante l'ultima direzione provinciale del PD di mercoledì 13 feb: sottoposto al voto dell'asssemblea è stato approvato all'unanimità.

Con le primarie del 14 ottobre scorso il Partito democratico ha costituito assemblee degli eletti paritarie, cioè composte a metà di donne e di uomini attraverso una grande consultazione democratica.

La democrazia paritaria è un principio innovativo e moderno, espressione di una realtà in cui le donne sono chiamate a concorrere come e con gli uomini alla costruzione della società e al rinnovamento della politica.

Come democratiche ed elette nelle Assemblee costituenti nazionali, regionali e dei circoli sentiamo il dovere di impegnarci in una richiesta forte affinché questi principi, di consultazione democratica e di criterio paritario, improntino la vita e le scelte del nuovo partito: significa che deve essere declinato chiaramente e applicato in modo rigoroso nelle regole di composizione non soltanto di tutti gli organismi del partito, ma anche nelle occasioni elettorali politiche ed amministrative a partire dalla composizione delle prossime liste elettorali. E, vorremmo che tale principio sia chiaramente inserito nello Statuto del Partito.

La rappresentanza di genere non è solo rappresentanza degli interessi delle donne. Più donne in politica e nei luoghi dell’economica vuole anche dire privilegiare la discontinuità nei modelli di comportamento, di relazione e di uso del tempo.

E il riconoscimento dell’importanza delle donne deve partire proprio da Milano e dalla Lombardia.

Il partito democratico sarà in grado di creare una politica innovativa, al passo con i tempi, e contribuirà a costruire una nuova classe politica maggiormente aderente alle caratteristiche della società italiana solo se sarà concretamente democratico, paritario e fortemente rinnovatore .

Francesca Zajczyk - Patrizia Puliafito –- Sandra Bassan - Arianna Censi - Lorenza Robotti - Laura Specchio - Marilisa d’Amico – Serena Accascina – Marella Reitani – Eva Cantarella – Chiara Baratti – Valeria Sborlino – Silvana Schiavi – Lorenza Araldi – Diana De Marchi – Laura Ammanniti – Marilena Adamo - Lorena Capoccia –Patrizia Lanfranconi – Mariarosa Caporali – Camilla Mian – Ardemia Oriani – Maria Carmela Rozza – Maria Agostina Gambidda – Anna Catasta – Emilia De Biase – Maria Emanuela Adinolfi - Luciana Dambra


01 febbraio 2008

Presentazione La resisitbile ascesa a Roma

Mercoledì 13 febbraio ore 21.00


Sala convegni Simonetta Tosi, CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE, via della Lungara, 19, Roma


presenterò il mio libro introdotta e sollecitata da Francesca Molfino, psicoanalista e Federica Raddi


Per saperne di più: 06 68401720 cciddonne@tiscali.it, www.casainternazionaledelledonne.org

26 gennaio 2008

L. 194: mozione unitaria PD in Consiglio Comunale

Sto continuando il mio impegno sulla 194. Di seguito la mozione unitaria del PD che ho presentato in consiglio giovedì 25 in Consilgio Comunale

OGGETTO: Per la piena applicazione della legge 194



PREMESSO che

  • La legge 194 è legge dello Stato confermata da un referendum popolare – che ha visto una straordinaria adesione – che tiene conto in modo equilibrato dei diritti della donna e del nascituro;
  • E’una legge ancora attuale in quanto contiene direttamente la possibilità di adeguarsi ai progressi scientifici, come dimostra l’esperienza di alcuni ospedali riguardo al limite temporale per l’aborto terapeutico, il che rende nel nostro contesto decisamente strumentale l’accostamento alla campagna della moratoria sulla pena di morte

TENUTO CONTO che


  • l’articolo 1 della legge 194 recita: “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L'interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che lo aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite. “
  • la legge ha dato risultati significativi in termini di riduzione delle interruzioni volontaria di Gravidanza tra il 1983 e il 2005 si e registrata una diminuzione pari al 60%.
  • ci sono circostanze oggettive per le donne che ancora vi ricorrono, come: condizioni economiche, bassa scolarizzazione (il 54% è costituito da donne con titoli di studio elementare o di licenzia media,) ma è soprattutto tra le donne straniere che il fenomeno è maggiormente diffuso.
  • la politica deve intervenire per rimuovere le cause all’origine di questa dolorosa scelta

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA a

  1. potenziare la rete dei consultori cittadini e tutte le attività di prevenzione, come informazione ed educazione alla contraccezione;
  2. sostenere, anche attraverso un proprio intervento, l’assunzione di mediatrici culturali. presso tutti i consultori della città;
  3. sviluppare una campagna di informazione e formazione rivolta alle donne straniere.
  4. promuovere e rafforzare la rete di sostegno economico e sociale a favore delle donne sole con figli economicamente svantaggiate anche privilegiandole nelle graduatorie per la casa e per il Fondo Sociale affitti;
  5. sviluppare, in accordo con l’ASL, una campagna di prevenzione tra i giovani attraverso l’educazione alla sessualità, responsabile e consapevole, e la promozione dell’utilizzo dei mezzi di contraccezione, facendone anche oggetto di una specifica iniziativa nell’ambito della “settimana della salute”;
  6. concordare con la Regione e con l’ASL-Città di Milano un rinnovato impegno di rilancio dei consultori pubblici milanesi, garantendo adeguate risorse professionali e strutturali, oltre alla garanzia della presenza di mediatrici linguistiche in tutte le strutture socio-sanitarie, vista l’alta prevalenza di utenti straniere;
  7. garantire attraverso la collaborazione tra la ASL, la rete dei consultori e soggetti del terzo settore di diversa ispirazione, secondo le modalità contemplate dalla legge, informazione e interventi rivolti alla prevenzione, aiuto alle donne e sostegno alla procreazione libera e consapevole, come previsto dalla 194.

25 gennaio 2008

La 194, una buona legge

Ancora sulla 194: comunicato stampa di settimana scorsa (scritto da me) e firmato non solo da consiglieri PD, ma anche da rappresentanti in consiglio comunale dei verdi e FI. Qui invece una mia intervista su Repubblica del 23 gennaio.

Comunicato stampa:
La 194, una buona legge

La 194 è una buona legge. Frutto di un bilanciamento operato dal legislatore in una visione equilibrata tra cattolici e laici sfociato nel ’78 in un referendum, tiene conto dei diritti della donna e del nascituro. E’ una legge “saggia e attuale” perché, coniugando responsabilità consapevole della donna e responsabilità scientifica ed etica del medico, è capace di garantire una effettiva tutela dei diritti coinvolti. Una legge che contiene direttamente anche la possibilità di adeguarsi ai progressi scientifici, come dimostra l’esperienza di alcuni ospedali riguardo al limite temporale per l’aborto terapeutico.

La legalizzazione dell’aborto non ha favorito la diffusione del fenomeno, come da più parti si temeva, ma piuttosto la sua sostanziale riduzione.

Valga per tutti il dato eclatante relativo alla riduzione continua delle IVG tra le donne italiane, che nel 2005 sono state 94˙095, con una riduzione del 60% rispetto al 1983 (anno in cui più numerose sono state le IVG), diminuzione che, pur presente in tutte le classi di età, risulta più marcata nell’età centrale.

La moratoria contro l’aborto avrebbe come esito finale il ritorno alla persecuzione penale della donna, senza tenere conto tra l’altro che per una donna la scelta dell’aborto è sempre una scelta dolorosa e penosa qualsiasi sia la motivazione e la circostanza che la obbliga a tale scelta.

Vero è che ci sono circostanze oggettive (condizioni economiche, bassa scolarizzazione: il 54% è costituito da donne con titolo di studio elementare o di licenza media), che portano le donne a questa scelta e la rinuncia ad una scelta consapevole costituisce quindi una lesione profonda di quei diritti della donna che lo Stato deve tutelare.

Ma è soprattutto tra le donne straniere che il fenomeno è maggiormente diffuso.

Nel 2005 il numero di IVG effettuate da donne straniere corrisponde al 30% del dato nazionale con punte che sfiorano anche il 35% e con un tasso di abortività 3-4 volte superiore rispetto alle italiane, differenza che aumenta ulteriormente per le classi di età più giovani.

Chi oggi agita la campagna contro l’aborto, quindi, non cerca una tutela reale e più forte del diritto alla vita del nascituro – che con la minaccia della pena verrebbe invece indebolito, perché costringerebbe le donne – soprattutto quelle più fragili e indifese - a rifugiarsi nell’illegalità, come succedeva in passato

Il dibattito dovrebbe essere posto sul versante dell'etica della responsabilità che deve coinvolgere le donne e gli uomini, per una decisione matura rispetto alla nascita di un figlio che è un progetto di vita.

Non sul terreno di una ennesima battaglia contro le donne la politica si deve spendere ma nel rimuovere i fattori il più delle volte all’origine di questa dolorosa e terribile decisione consentendo a donne e uomini piena capacità (nel senso di possibilità) decisionale

Quindi lavoro, accesso alla casa, rete capillare di servizi e consultori sul territorio per tutte le donne; integrazione e sostegno nel delicato momento della maternità in particolare per le donne straniere – oggi le più colpite dalla tragedia dell’aborto.

Ma anche formazione e informazione per tutte e tutti, a partire dalle più giovani e dai più giovani.

Francesca Zajczyk
Marilena Adamo
Carmela Rozza, a nome dei consiglieri del Partito Democratico
Giulio Gallera (capogruppo FI)
Carola Colombo (FI)
Patrizia Quartieri (Rif Com)
Maurizio Baruffi (Verdi)

14 gennaio 2008

Stanche di furore ideologico

Mercoledì, 11 gennaio 2008: primo comunicato stampa di un gruppo di donne PD sulla 194

“Stanche di furore ideologico”

Quando le tematiche dei diritti fondamentali, nei casi critici, non sono analizzate in modo bilanciato, ma sono giocate una contro l’altra, come in Italia sta drammaticamente succedendo proprio sul tema dell’aborto, diventa impossibile ragionare in termini reali e i diritti fondamentali vengono strumentalizzati ideologicamente.

La moratoria contro l’aborto avrebbe quindi come esito finale il ritorno alla punizione penale della donna: la minaccia della pena, però, come è ampiamente dimostrato, non è di alcuna utilità, semmai controproducente per la effettiva tutela del valore che si dice di difendere.

Ma vi è di più, con la minaccia della pena, con una ideologica, ma falsa, contrapposizione fra soggetti diversi, con la rinuncia ad un bilanciamento di posizioni e di principi, quello che viene da ultimo sacrificato è proprio il diritto alla vita del nascituro, dal momento che questa impostazione spinge ancora di più la donna a vivere da sola e in modo irrisolvibile la sua situazione, aumentando quindi il numero di aborti. Vero è che ci sono circostanze oggettive che rendono obbligata la scelta di alcune donne all’interruzione della gravidanza: tuttavia la rinuncia ad una scelta consapevole costituisce a sua volta una lesione profonda di quei diritti della donna che lo Stato deve tutelare.

La 194 è una buona legge perché è il frutto di un bilanciamento operato dal legislatore in una visione - già presente in una sentenza della Corte costituzionale del 1975 a successivamente approfondita nel 1997- che tiene conto dei diritti della donna e del nascituro. Ed è una legge “saggia e attuale” perché, coniugando responsabilità consapevole della donna e responsabilità scientifica ed etica del medico, è capace di garantire una effettiva tutela dei diritti coinvolti. Una legge che contiene direttamente anche la possibilità di adeguarsi ai progressi scientifici, come dimostra l’esperienza di alcuni ospedali riguardo al limite temporale per l’aborto terapeutico.

Chi oggi agita la campagna contro l’aborto, quindi, non cerca una tutela reale e più forte del diritto alla vita del nascituro – che con la minaccia della pena verrebbe invece indebolito, perché costringerebbe le donne a rifugiarsi nell’illegalità, come succedeva in passato; chi agita questa battaglia con furore ideologico cerca in realtà soltanto una vittoria, ideologica, appunto di una parte della società su un’altra, irrilevante o controproducente per una effettiva e seria tutela di tutti i diritti.

Il dibattito dovrebbe essere posto sul versante dell'etica della responsabilità che deve coinvolgere le donne e gli uomini, per una decisione matura rispetto alla nascita di un figlio che è un progetto di vita.

Lavoro, accesso alla casa, rete capillare di servizi e consultori sul territorio per tutte le donne; integrazione e sostegno nel delicato momento della maternità per le donne straniere – oggi le più colpite dalla tragedia dell’aborto. Questo il terreno su cui la nuova politica si deve confrontare e mettere in gioco per rimuovere le condizioni il più delle volte all’origine di questa terribile decisione consentendo a donne e uomini piena capacità (nel senso di possibilità) decisionale.

Espressione di un gruppo di donne milanesi presenti negli organismi che stanno partecipando alla fase costituente del Partito Democratico

Serena Accàscina
Maria Emanuela Adinolfi
Chiara Baratti
Marilisa D’Amico
Anna Catasta
Jasmine La Morgia
Camilla Mian
Patrizia Puliafito
Valeria Sborlino
Francesca Zajczyk


10 gennaio 2008

06 dicembre 2007

iniziativa sulle donne medico

Segnalo questa iniziativa sulle donne medico che si terrà il 12 dicembre a Milano

LA FEMMINILIZZAZIONE DELLA SANITA'
12 dicembre, ore 21.00 – 23.00
Sala Consiliare Consiglio di Zona 2
Viale Zara, 98/100 – Milano

Introduce e modera: Dr. Antonio Canino Ostetrico Ginecologo Ospedale Niguarda e Presidente Commissione Sanità e Servizi Sociali del Consiglio di Zona 2
Presiede: Dott.ssa Franca Maria Oppedisano, Medico di base Presidente A.I.D.M. sez. di Milano
Letture:
Prof.ssa Francesca Zajczyk e Dott.ssa Francesca Crosta, Università degli Studi Bicocca – Milano
Dott.ssa Maria Cristina Campanini, Medico di base, Responsabile sindacato SNAMI Rosa

TAVOLA ROTONDA:
Modera: Dott.ssa Giovanna Ferrante Giornalista
Partecipano: Dott.ssa Dalila Patrizia Greco, Dott.ssa Erminia Giagnoni, Dott.ssa Gabriella Ventavoli, Ing. Giulia Fasciolo, Dr. Ugo Tamborini
Conclusioni: Dott.ssa Franca Maria Oppedisano

Per informazioni riguardanti gli incontri rivolgersi :
Consiglio di Zona 2 - Tel. 02 88458200

La rapida e progressiva femminilizzazione della professione medica è un fenomeno interessante da studiare e valutare, considerando che fino a qualche decennio fa le donne medico erano poche e quasi sempre relegate a specialità o servizi secondari, nell’ambito dell’ospedale o del territorio. Attualmente vi sono specialità come anestesia, pediatria, ostetricia e ginecologia che sono quasi del tutto frequentate da specializzande donne. Non sono più rari i ruoli dirigenziali occupati da medico donna ed è frequente trovare dottoresse anche nell’ambito di specialità mediche tradizionalmente “maschili” (chirurgia generale, ortopedia, anestesia, ginecologia, anatomia patologica). Tra alcuni anni le piante organiche ospedaliere saranno quasi del tutto occupate da medici donna. I vantaggi sono evidenti; rispetto al collega maschio la donna medico è una professionista più sensibile, istintualmente portata a prendersi “cura”, precisa ed attenta al dettaglio, empatica con il paziente ed i suoi parenti, istintiva, pratica, realista, meno ambiziosa e arrivista . Anche gli svantaggi sono palesi; famiglia, gravidanza, accudimento dei figli, del marito e/o dei genitori, sono situazioni che certo non ricevono benefici da una dura e logorante turnazione ospedaliera o da una rapporto, divenuto non semplice, con centinaia di pazienti che settimanalmente accedono agli ambulatori di medicina generale. Le ripercussioni per l’utente e le strutture sanitarie meritano un’ attenta analisi e un approfondimento. Un ringraziamento alle professioniste di indubbia competenza e preparazione che ci aiuteranno durante l’incontro a meglio comprendere questo fenomeno.
Il Presidente Consiglio di Zona 2 Luca Lepore
Il Presidente Commissione Servizi Sociali e Sanità Dott. Antonio Canino


Appare, come dato indiscutibile, l’incremento assoluto e relativo delle donne nella professione medica. Addirittura una proiezione a breve termine vede inevitabile l’inversione del rapporto “storico” di assoluta predominanza maschile nella medicina.

L’A.I.D.M. di Milano ritiene doverosa una riflessione su questo tema, sia per capire le reali dimensioni del fenomeno, sia per valutarne le ricadute: ad esempio è ovvio che la donna-medico in maternità necessiti di una tutela particolare, sia per garantirle l’aggiornamento, sia per non perdere preziosi occasioni di carriera. Questa serata vedrà alcune interessanti relazioni, cui seguirà una tavola rotonda e un dibattito col pubblico. Abbiamo la viva speranza che anche da questa serata nasca un dialogo costruttivo, utile per tutta la professione medica.

Dott.ssa Franca Maria Oppedisano Presidente A.I.D.M. sezione di Milano

21 ottobre 2007

Diritti e pari opportunità per tutti

Vi segnalo la prima «Fiera Internazionale dei Diritti e delle Pari Opportunità per Tutti», in programma il 22-23-24 ottobre al Centro Congressi Lingotto di Torino. Tutte le informazione nel sito www.meltingbox.it

Per tre giorni MELTING BOX concentrerà in Italia il dibattito internazionale sui diritti per il superamento di tutte le forme di discriminazione basate sul genere, l'orientamento sessuale, l'origine etnica, la religione e le convinzioni personali, l'età e le condizioni di disabilità.

In particolare, vi segnalo due iniziative che si svolgeranno il 23 ottobre 2007.


h. 9.00-11.00 Francesca Zajczyk e Sabrina Ortelli (Università degli Studi di Milano Bicocca)
"Stereotipi di genere: un progetto per le scuole medie inferiori e superiori", iniziativa realizzata nell'ambito del progetto Equal Demetra.
Programma dettagliato

  • Gli Obiettivi del Progetto Equal Demetra per una nuova cultura di pari opportunità e conciliazione
  • Stereotipi di genere: sensibilizzare le istituzioni e il sistema scolastico
  • Strumenti alternativi per coinvolgere il mondo della scuola ( laboratorio teatrale, progetto multimediale)
  • I prodotti realizzati dagli studenti e dalle studentesse delle scuole
  • Campagne di sensibilizzazione sul tema degli stereotipi di genere realizzate dagli studenti e dalle studentesse dell’Accademia di Comunicazione.
  • Riflessione e Dibattito

h. 15.00-16.00 presentazione del libro: "La resistebile ascesa delle donne in Italia. Stereotipi di genere e costruzione di nuove identità" Il Saggiaore 2007. Riflessioni con le autrici Francesca Zajczyk e Barbara Borlini (Università degli Studi di Milano Bicocca)


30 settembre 2007

La resistibile ascesa delle donne-Presentazione a Palazzo Reale

Care amiche e cari amici,
Il 2007 è l’anno internazionale delle pari opportunità, ma si è riacceso soltanto negli ultimi mesi il dibattito sul ruolo della donna nella società italiana e, soprattutto, sulla ridotta presenza nel mercato del lavoro in generale e, in particolare, nella politica e nelle occupazioni apicali. Il "vecchio" dibattito sulle quote è stato improvvisamente scalzato dalla proposta del 50&50, della quale si sono velocemente appropriati anche alcuni uomini della politica.
Scarsi, tuttavia, sono stati i momenti di riflessione sulla situazione attuale per smontare l’illusione che si possano superare decenni di arretratezza nei rapporti di genere semplicemente con regolazioni normative. Infatti l'introduzione di leggi in materia, se non accompagnata da un adeguato processo di sensibilizzazione, potrebbe produrre risultati contraddittori, come un miglioramento della situazione della donna nel ruolo pubblico, senza significative modificazioni nel privato familiare.
Così, ho pensato di organizzare un incontro per discutere intorno alla questione femminile nel nostro paese partendo dal mio libro La resistibile ascesa delle donne in Italia. Stereotipi di genere e costruzione di nuove identità (Il Saggiatore), di cui vi avevo annunciato la pubblicazione e che, forse, qualcuna/o avrà visto o letto.
Vi invito, dunque,

lunedì 1 ottobre alle ore 18.00
a Palazzo Reale, Sala delle conferenze
per confrontarci su questi temi insieme con

Letizia Moratti (Sindaco di Milano) e Barbara Pollastrini (Ministra per le Pari Opportunità)
Roberta Cocco (Dir. Marketing Microsoft) e Maurizia Villa (A.D. Heidrick & Struggles Italia)

Coordina Beppe Severgnini (giornalista e scrittore)

02 settembre 2007

La resistibile ascesa delle donne-Appuntamenti in vista dell'autunno caldo

Buon rientro a tutti.

Vi segnalo alcuni appuntamenti di presentazione
del mio libro La resistibile ascesa delle donne in Italia. Stereotipi di genere e costruzione di nuove identità .

In quest'autunno in cui si parlerà tanto di primarie e leadership del Partito Democratico, potrebbero essere delle buone occasioni per parlare di come rompere le vecchie abitudini e sostenere una generalizzata filosofia di investimento sulle donne, a partire proprio dalla politica.
  • Martedì 23 ottobre - Torino
Torino, Centro Congressi Lingotto, area Scaffale Parità h. 15.00
all'interno della Fiera Internazionale dei Diritti e delle Pari Opportunità per tutti
  • Domenica 23 settembre - Milano Parco Nord
Parco Nord, Cascina Centrale, h. 17.00
all'interno della Domenica delle donne simposio Le molte facce delle donne in una metropoli
  • Venerdì 7 settembre - Pavia
Università degli Studi, Palazzo Centrale, h. 17.00
All'interno del Festival dei Saperi La democrazia nella vita quotidiana, tavola rotonda con Laura Balbo, Emilia di Biasi, Marina Piazza

  • Giovedì 6 settembre
Como Broletto h. 18.00
all'interno della rassegna Parolario dialogo con Rosangela Arrighi, Paola De Dominicis e Laura D’Incalci


Materiale a disposizione
copertina
indice del libro
rassegna stampa


11 maggio 2007

Appuntamento a Salsomaggiore

Segnalo a tutti che domenica 17 giugno sarò a Salsomaggiore non per partecipare a Miss Italia ma per parlare di Donne e Potere e presenterare il mio libro La resistibile ascesa delle donne in Italia (vedi post del 20 aprile).
La presentazione avverrà all'interno del festival Donne ... maneggiare con cura, organizzato a Salsomaggiore nella settimana 9-17 giugno in occasione dell'anno delle Pari Opportunità.
L'appuntamento è alle 11 in Piazza della Libertà.

20 aprile 2007

La resistibile ascesa delle donne in Italia

Qualcosa sta cambiando in Italia. Sempre più donne raggiungono alti livelli di istruzione, riuscendo ad inserirsi in posizioni elevate del mercato del lavoro. Donne che si sentono così pari agli uomini da non porsi nemmeno il problema della parità. Donne che riconoscono sempre più l’importanza e il valore delle proprie aspettative e dei propri progetti. Che credono nel loro lavoro, aspettandosi di ottenere adeguati riconoscimenti in termini di carriera, prestigio e guadagni. E che pensano che questa legittima aspirazione non debba comportare la rinuncia all’essere madri e alla qualità della propria vita.
Qualcosa sta cambiando tra le donne italiane. Ma senza l’attenzioni e il sostegno che ciò richiederebbe. E senza un’adeguata riflessione sulle potenzialità, ma anche i limiti, di questi cambiamenti. “Il cammino della parità è già intrapreso”, dicono alcuni, “basta aspettare e lasciare tempo al tempo”. Certo, purché questo tempo non diventi infinito! Rischio concreto, se tutto avviene nella solitudine delle giovani donne che, mentre cominciano a tematizzare nel proprio privato la costruzione di identità nuove, devono quotidianamente confrontarsi con stereotipi duri a morire. In una società che sotto la retorica della neutralità rivela una pervicace inadeguatezza a raccogliere le sfide dell’innovazione, poste giorno per giorno dalle donne e dagli uomini, attraverso nuovi comportamenti e sperimentazioni così atomizzati da risultare spesso quasi invisibili
Qualcosa sta cambiando, dunque; ma perché qualcosa cambi davvero occorre uno sforzo in più. Occorre rompere le "vecchie abitudini" degli stereotipi e dei ruoli femminili e maschili, attraverso nuovi percorsi di confronto fra diverse generazioni di donne e, soprattutto, attraverso un riconoscimento pubblico e politico. Occorre che la politica - con la P maiuscola - torni ad essere cinghia di trasmissione dell'innovazione sociale, partendo da nuove forme di rappresentanza che facciano propria una generalizzata filosofia di investimento sulle donne e riconoscano loro quel ruolo di agenti del cambiamento ormai evocato da molti, troppo spesso solo a parole.

Sono felice di segnalare l'uscita del mio libro La resistibile ascesa delle donne in Italia. Stereotipi di genere e costruzione di nuove identità, in libreria dal 26 aprile per i tipi de Il Saggiatore. E' il frutto di un lungo lavoro di ricerca, e anche di auto-riflessione, condotto a partire dall'inizio del 2000 insieme ad alcune giovani studiose.
In particolare, voglio ricordare Barbara Borlini, dottoressa di ricerca, la cui collaborazione in questo percorso di studi è stata preziosa anche per il confronto serrato, ma aperto e ricco di spunti, sul terreno generazionale; Francesca Crosta, borsista, che ringrazio affettuosamente per la passione e l’attenzione con cui ha contribuito alla analisi delle fonti ed alla elaborazione dei dati.
Ma un grazie particolare va anche alle tante “donne di successo” - giovani e meno giovani, ottimiste e pessimiste, ciniche e meritocratiche – che hanno accettato di partecipare, spesso con vivo interesse ed entusiasmo, allo studio (via questionario o attraverso rapporto personale) e senza le quali questo lavoro non avrebbe potuto essere completato.

Infine, un sentito ringraziamento va ad amiche e colleghe con le quali, nel corso degli anni, in occasioni pubbliche e private, ho avuto modo di discutere e confrontarmi proficuamente sui temi trattati nel volume.

Materiale a disposizione
copertina
indice del libro

Eventi:
Prima presentazione lunedì 23 aprile h. 18.00 alla Fiera del Libro di Bergamo

02 dicembre 2006

Può la politica promuovere le donne?

Può la politica promuovere le donne?
Il caso delle nomine pubbliche : dove sono le donne?

Francesca Zajczyk

Lo sappiamo tutti: le donne studiano ormai più degli uomini; sono più brave e più veloci. In altre parole, sono sempre più qualificate e competenti.
I risultati di questo trend, anche se insoddisfacenti, purtuttavia mostrano alcuni elementi positivi nella presenza femminile nel mercato del lavoro lombardo e ancor più della provincia e della città di Milano
Ma a questa crescita, qualitativa e quantitativa, delle donne registrata nel contesto economico non corrisponde un simile progresso nel contesto sociale e, soprattutto, in quello politico- amministrativo. Per esempio, quante sono le donne appena elette nel consiglio comunale di Milano lo sappiamo: 6 su 60 (4 all’opposizione e 2 nella maggioranza).
Ma esiste un altro ambito molto importante nel quale verificare la presenza delle donne: è quello delle nomine pubbliche negli organi di direzione, gestione e controllo in enti che fanno capo a Regione, Provincia e Comune.
Si tratta di un mondo pressoché inesplorato, oggetto più di interesse giornalistico e politico, che scientifico: d’altra parte, le informazioni, pur essendo formalmente pubbliche, nella realtà, sono assai difficili da ottenere e anche quand’anche se ne reperisce la fonte, le informazioni ivi contenute sono per lo più minime e di non semplice interpretazione - rispetto soprattutto al quadro normativo che regolamenta le competenze dei diversi enti locali che hanno diritto ad effettuare le nomine.
Tuttavia, proprio per questi limiti e anzi, nonostante questi limiti, ci sembrano particolarmente interessanti i risultati che sintetizziamo in questo breve documento relativi ad una analisi di genere delle nomine effettuate dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Milano e dal Comune di Milano* .

Partiamo dal dato quantitativo.
Comune di Milano :33 donne su 244 nomine tot. = D 13.5% U 86.5%
Provincia di Milano :38 donne su 184 nomine tot. = D 20.7% U 79.3%
Regione Lombardia:60 donne su 564 nomine tot. = D 10.6% U 89.4%

Si tratta evidentemente di percentuali che rispecchiano ‘tristemente’ quella delle assemblee elettive” con una persistente e generalizzata forte asimmetria della presenza di genere sul complesso degli incarichi attribuiti da questi Enti.
La cosa, fra l’altro, stupisce ancor più se si considera che la situazione più negativa si riscontra proprio in ambito regionale, nonostante la legge regionale n. 14/95 preveda esplicitamente all’articolo 1 il principio di parità secondo il quale le modalità di nomine e designazioni sono atte a garantire il riequilibrio della presenza di uomini e donne negli enti, aziende ed organismi compresi nella legge in esame.
Ma quanto sia ancora lontana una condizione di maggiore equilibrio di genere, si evince anche da altri aspetti. In generale, per esempio, a carico delle donne permane in misura abbastanza netta una sorta di segregazione tematica: delle poche donne presenti, infatti, circa la metà è distribuita negli Organi di revisione e di controllo, ovvero in organi tecnici, professionali; una quota intorno al 30% è nominata in Comitati e Commissioni e, quindi, assai poche rimangono quelle presenti negli organismi di gestione (consigli di amministrazione).
Questo è esattamente il quadro che emerge dall’analisi dell’attuale situazione delle nomine del Comune di Milano: il 48,5% della presenza femminile si ritrova nei collegi dei Revisori e nei collegi sindacali. Ma c’è di più: le troviamo soprattutto negli enti con competenze in materie “femminili”. Per intenderci, in quegli enti di cui è normale che si occupino le donne: e infatti delle 10 donne nei cda milanesi ben la metà operano in case di riposo e fondazioni assistenziali o, tuttalpiù enti culturali. E’ certo, inoltre, che le donne non vengono nominate in ruoli cui sono riconosciuti gettoni di presenza: questi, in alcuni casi davvero consistenti, spettano esclusivamente agli uomini.
Insomma, sembrerebbe dunque emergere una tendenza che vede le donne elette in Organi il cui accesso prevede elevata scolarità e professionalità certificata dall’appartenenza agli Ordini (fra l’altro l’unica presidente risulta essere presidente proprio di un collegio sindacale), mentre sono complessivamente meno rappresentate negli Organi gestionali dove l’incarico può risultare più discrezionale.
D’altra parte, oltre ai diversi criteri di eleggibilità previste dalle leggi, le nomine devono (o dovrebbero) generalmente rispecchiare criteri di corrispondenza tecnica e professionale. Tuttavia, proprio perché effettuate dalla componente politica delle diverse Amministrazioni, esse rispondono anche a criteri di affidabilità (oltre che di appartenenza o vicinanza) politica. Anche in questo caso, dunque, potrebbero sussistere - almeno in linea teorica - quegli elementi di criticità nella presenza femminile spesso segnalati per il contesto più generale.
In definitiva, se è nota la distanza che l’appartenenza di genere determina nel peso e nel ruolo degli eletti, è evidente il riprodursi, anche nel caso delle nomine, di quelle dinamiche di esclusione che impediscono alle donne l’esercizio della politica.
A questo punto, però, una domanda viene naturale dal momento che si stanno definendo le prime nomine pubbliche dell’era Moratti: saprà Letizia Moratti, primo sindaco donna a Milano, valutare davvero la competenza e la qualità delle candidature smarcandosi dalle nomine politiche che fino ad oggi hanno premiato esclusivamente gli uomini?


*Per una puntuale lettura di genere delle nomine regionali e provinciali, nonché delle fonti di riferimento, si rimanda a: Zajczyk F., Analisi della presenza delle donne negli enti derivati o enti di secondo e terzo livello in Lombardia, Università Milano Bicocca-Consiglio Regione Lombardia, dicembre 2004.
Per l’analisi delle nomine del Comune di Milano si rimanda al sito del comune

NOMINE PUBBLICHE IN COMUNE: SEMPRE E SOLO UOMINI?

Gruppo Consiliare L’Ulivo

COMUNICATO STAMPA

Milano, 29 Novembre 2006

ZAJCZYK: NOMINE PUBBLICHE IN COMUNE: SEMPRE E SOLO UOMINI?

Giorni di fibrillazione in Comune e in città per le prime nomine pubbliche dell’era Moratti. Oggi si annunciano i nomi e subito scoppiano le polemiche: ancora un ripescaggio di personaggi che gli elettori Milanesi non avevano ritenuti idonei per le cariche pubbliche.

Ma non solo. In uno studio effettuato proprio sulle nomine pubbliche degli enti locali, Francesca Zajczyk, consigliera dell’Ulivo e ordinario di sociologia alla Bicocca, osserva che nulla cambia: solo e sempre uomini. È ancora possibile che in questa città le donne continuino a essere invisibili? Eppure tutte le statistiche dicono che sono sempre più brave e qualificate.

Il gioco delle nomine però è solo all’inizio – dice Zajczyk. Possiamo sperare che Letizia Moratti, primo sindaco donna a Milano, riuscirà a valutare davvero la competenza e la professionalità delle candidature, smarcandosi dalle nomine politiche che fino ad oggi hanno premiato esclusivamente gli uomini?”