19 dicembre 2008
Appello contro l'appello
Non sono medici. Non curano alcuna malattia. Non aiutano la vita. Non sono amichevoli nei confronti delle donne.
Dispensano veleni, lasciando le donne sole e inducendole a una sofferenza fisica e psichica prolungata e domestica.
Per queste ragioni etiche siamo contrari al loro appello e alla sua diffusione in Italia, anche perché incompatibile con le norme della legge 194/1978. E pensiamo che occorra fare di tutto, ciascuno nelle forme (im)pertinenti il proprio ruolo, per impedirlo
08 dicembre 2008
I “non luoghi” di preghiera del sindaco Moratti
Sorprende l’interpretazione intimista del sindaco Moratti all’esplicita richiesta del cardinale Tettamanzi. Il cardinale nel suo “Discorso alla città” invita chiaramente l’amministrazione pubblica ad applicarsi perchési trovino luoghi di preghiera per coloro che professano religioni diversedalla cristiana, in particolari i musulmani. Il sindaco Moratti minimizza,raccoglie l’appello come un’esortazione a cercare i luoghi di culto primadi tutto dentro di sé. Come non fossero, questi luoghi, anche spazi di socialità e di identificazione della propria comunità.
Colpisce, inoltre, che questo accada nello stesso giorno in cui il Governo si affretta a rassicurare calorosamente la Cei: i ventilati tagli ai finanziamenti pubblici alle scuole cattoliche non si faranno. E’ compito delle finanze dello Stato garantire che ci siano luoghi dove poter educare i figli secondo le proprie convinzioni etiche e religiose.
Ma, ci si chiede a questo punto, perché non incoraggiare anche le famiglie cattoliche a trovare questi luoghi principalmente dentro sé stesse?
Sant'Ambrogio, 2008
07 giugno 2008
Perché censire cittadini italiani..solo perché rom?!
I fatti: Intervento differenziale per cittadini Italiani (censimento fotografico e schedatura di Polizia) questa mattina, 6 giugno all’alba delle 5.00 presso il campo comunale di via Impastato a Milano.
Si tratta di un campo regolare, i cui abitanti – in Italia e a Milano dal 1943 provenienti dalla Slovenia – risultano all’anagrafe del Comune in quanto residenti a Milano. Quindi, si tratta di CITTADINI ITALIANI; non solo: tra i cittadini italiani del campo c’è anche chi ha patito la persecuzione nazifascista con l'internamento in campo concentrazione e chi ha meritato la medaglia d'oro al valore civile.
Tralasciando di commentare il metodo: alle 500 del mattino, cogliendo nel sonno bambini, anziani, come pericolosi criminali di cui si deve impedire la fuga, ciò che più inquieta è che queste persone (e sottolineo il termine) vengono schedati in quanto appartenenti ad un gruppo etnico.
Qualche sera fa Massimo Cacciari – a proposito della vicenda per certi versi analoga che si sta verificando a Venezia nei confronti di un gruppo di cittadini italiani sinti residenti nel nostro paese da più di dieci anni – richiamava l’attenzione con grande preoccupazione su quanto possa essere pericolosa questa strada che richiama fatti (e nessuno-nessuno può negare fatti di storia) accaduti purtroppo non molti decenni orsono.
"RICORDARE PER NON DIMENTICARE" scrive Giorgio Bezzecchi
Sono passati sessant'anni dalla promulgazione delle leggi razziali e dalla pubblicazione della rivista "La difesa della razza"di Guido Landra e dei primi rastrellamenti che sfociarono dopo un breve periodo di tempo in un ordine esplicito di "internamento degli zingari italiani"in campi di concentramento (Circ.Bocchini 27/04/41)
Per non dimenticare, ma anche per sapere che, legittimando queste procedure diventa difficile prevederne il processo:
Tutto in nome della sicurezza. Il tema della sicurezza oggi “impone” la paura di schierarsi e quindi il silenzio. Ma in nome della sicurezza non si possono ledere i diritti dei cittadini, di cittadini italiani regolarmente iscritti all’anagrafe della nostra città, che lavorano e mandano i bambini a scuola, come altri cittadini italiani (anche se non tutti….ricordate la questione della dispersione scolastica?), ma con il grave peccato originale di essere etnicamente diversi.
Brividi….Dobbiamo avere il coraggio di rifiutare questo opportunismo del discorso pubblico, dobbiamo contribuire a far conoscere una realtà assolutamente sconosciuta relativa ad una popolazione di 130-150000 mila persone, di cui circa il 50% ha la cittadianza italiana con una quota ampiamente sotto il 10% che pratica ancora qualche forma di nomadismo.
Come si fa a parlare di bullismo, di educazione dei piccoli e dei giovani alla convivenza, alla solidarietà? Apriamo gli occhi e la bocca
03 giugno 2008
La mia ultima fatica
Ciao a tutti, questo volume riprende alcuni risultati di un progetto europeo (Pariteia Equal opportunities and citizenship, in partenariato con Cdie-Centro di iniziativa europea e coinvolgente le città di Bologna, Milano, Napoli; Bruxelles, Madrid, Riga, Utrecht, Varsavia) e di un programma di ricerca nazionale (Sfide, rischi, opportunità del mondo flessibile. Uno studio sugli stili relazionali delle giovani coppie , in network con le università di Roma, Napoli, Torino e Catania). Penso che il tema dei cambiamenti dei giovani uomini sia molto interessante.
Recentemente, in Italia e in Europa, si è molto discusso sui mutamenti delle relazioni genitoriali e, in particolare, sulle nuove paternità. Se, da un lato, la crescente presenza delle donne nel mondo del lavoro ha portato sempre più uomini a riscoprire l’importanza del rapporto con i figli, permane dall’altro un differente approccio, maschile e femminile, nell’adempimento del compito di genitore. Laddove la maternità assorbe la donna totalmente, la paternità sembra non implicare un ridisegnarsi delle priorità nel contesto familiare.
Ma come interpretare allora gli elementi di novità che si profilano in maniera sempre più evidente nei «nuovi padri»? Come vivono il proprio ruolo? Come gestiscono il tempo e le nuove responsabilità?
Indubbiamente, i cambiamenti che investono l’identità maschile rappresentano un importante punto di partenza nel ridurre le asimmetrie di genere – in questo senso, il volume riflette anche sull’importanza delle politiche dei congedi parentali – per raggiungere un maggior equilibrio nella difficile sfida di essere padri (e madri) nella società di oggi.
F. Zajczyk e E. Ruspini (2008), INuovi padri? Mutamenti della paternità in Italia e in Europa, Baldini Castoldi Dalai Editore, Milano. Prezzo: € 17
03 maggio 2008
Ritmi urbani e qualità della vita
Ritmi urbani e qualità della vita: le nuove sfide al governo delle città
Milano, Sala Conferenze (Palazzo Reale)
Lunedì, 12 maggio 2008
Ore 9.00-17.00
Il convegno rappresenta un’occasione di confronto tra amministratori, operatori e studiosi sul tema degli scenari e dei nuovi ritmi spazio-temporali della città contemporanea.
Propone un percorso di riflessione attraverso tre sessioni di lavoro; la prima dedicata alla lettura degli scenari spazio-temporali della città contemporanea, la seconda all’identificazione delle nuove domande poste dalle popolazioni urbane e l’ultima al confronto sul tema tra i rappresentanti di alcune città italiane grandi e medie.
E’ promosso dal Gruppo Consiliare del Partito Democratico e da Perimetro_Lab (Laboratorio Periferie Metropolitane) del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano Bicocca con la collaborazione della Presidenza del Consiglio Comunale di Milano.
Programma
9.00 Registrazione
Saluti di benvenuto
Manfredi Palmeri - Presidente del Consiglio Comunale di Milano
Marilena Adamo - Consigliera Comunale di Milano - Partito Democratico
Relazione introduttiva
Spazio e tempo nella città contemporanea: città grandi e medie a confronto
(Francesca Zajczyk - Università di Milano Bicocca)
Prima sessione - Gli scenari spazio-temporali della città contemporanea
Spazio e tempo nel sistema urbano lombardo (Sandra Bonfiglioli - Politecnico di Milano)
Il tempo e l’invasività del lavoro (Susanna Camusso - Segretaria C.G.I.L Lombardia)
Il tempo come variabile economica nella vita delle imprese (Marco Accornero - Camera di Commercio di Milano)
Seconda sessione - Le nuove domande delle popolazioni urbane
Muoversi verso e nella città (Giampaolo Nuvolati - Università di Milano Bicocca)
Abitare la città e accedere ai suoi servizi (Matteo Colleoni - Università di Milano Bicocca)
Partecipare al governo dei tempi e degli spazi urbani (Silvia Mugnano - Università di Milano Bicocca)
Conclusioni
Pia Locatelli - Parlamentare europea gruppo PSE, presidente dell'Internazionale Socialista Donne
14.00 Terza sessione – Le nuove sfide al governo delle città. Assessori/e di città grandi e medie a confronto
Coordina David Parenzo - Telelombardia
Edoardo Croci - Comune di Milano
Elisabetta Gambardella - Comune di Napoli
Daniela Lastri - Comune di Firenze
Marta Levi - Comune di Torino
Giuseppina Balzamo - Comune di Pavia
Maddalena Cattaneo - Comune di Bergamo
Maria Chiara Pasquali - Comune di Bolzano
Caterina Ruggeri - Comune di Cremona
Anna Veronelli - Comune di Como
vedi locandina
06 aprile 2008
Novità in libreria
Mugnano S., Zajczyk F. (a cura di), Ripensare Milano guardando l’Europa. Pratiche di riqualificazione urbana, Edizioni Libreria Cortina, Milano.
Negli ultimi anni in Europa è andata crescendo l’attenzione per il tema della riqualificazione urbana, sia in una prospettiva di sviluppo locale sia per la lotta all’esclusione sociale e territoriale. Questo volume, attraverso gli esempi significativi di pratiche e politiche di riqualificazione urbana – tratti dal progetto di ricerca europeo RESTATE – propone riflessioni su esperienze maturate in Italia e in Europa, fornendo elementi di analisi e modelli innovativi di buone pratiche utili per funzionari, dirigenti, politici e studiosi in genere. Leggi di più....
Borlini B. e Memo F. , Il quartiere nella città contemporanea, Bruno Mondadori, Milano.
Ripercorrendo il dibattito classico, ma anche ricorrendo ai più recenti contributi internazionali, il libro offre a studenti di sociologia, delle discipline urbanistiche e architettoniche e a chi opera in ambito politico e sociale, una rigorosa ma agevole presentazione dei principali temi di teoria e ricerca sul quartiere. Oggetto solo apparentemente intuitivo e scontato, il quartiere si rivela nel corso dei capitoli un filone di analisi di grande attualità e rilevanza, che chiama in causa questioni centrali per comprendere le trasformazioni della città contemporanea. Leggi di più...
Colleoni M. (a cura di), La ricerca sociale sulla mobilità urbana. Metodo e risultati di indagine, Edizioni Libreria Cortina, Milano
La mobilità, insieme con la diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, rappresenta uno dei tratti peculiari della vita sociale contemporanea. Da semplice variabile accessoria essa ha assunto maggiore centralità, proponendosi quale punto di osservazione privilegiato per descrivere la società urbana e le sue nuove conformazioni.
Il volume descrive la mobilità urbana offrendo materiali sia teorici sia empirici idonei a inquadrarne la natura e a fornire indicazioni metodologiche per la sua analisi. Leggi di più...
20 marzo 2008
Spettacolo teatrale Donne in Parlamento
Lo spettacolo inizia alle 21.00. Prima (alle 18.30) ci sarà un’incontro cui parteciperanno, oltre a me, Serena Sinigaglia, regista dello spettacolo e Ornella Gambarotto, Presidente Comitato Imprenditoria Femminile.
La serata è organizzata dal Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Como in collaborazione con il Teatro Sociale di Como.
L’appuntamento è a Como presso il Teatro sociale, Sala bianca, via Bellini 1, ore 18.30
Per informazioni e prenotare l'ingresso allo spettaccolo il riferimento è Emilia Mancinelli 031/256346 mancinelli@co.camcom.it.
02 marzo 2008
15 febbraio 2008
Democrazia paritaria: un'opportunità di cambiamento
Con le primarie del 14 ottobre scorso il Partito democratico ha costituito assemblee degli eletti paritarie, cioè composte a metà di donne e di uomini attraverso una grande consultazione democratica.
La democrazia paritaria è un principio innovativo e moderno, espressione di una realtà in cui le donne sono chiamate a concorrere come e con gli uomini alla costruzione della società e al rinnovamento della politica.
Come democratiche ed elette nelle Assemblee costituenti nazionali, regionali e dei circoli sentiamo il dovere di impegnarci in una richiesta forte affinché questi principi, di consultazione democratica e di criterio paritario, improntino la vita e le scelte del nuovo partito: significa che deve essere declinato chiaramente e applicato in modo rigoroso nelle regole di composizione non soltanto di tutti gli organismi del partito, ma anche nelle occasioni elettorali politiche ed amministrative a partire dalla composizione delle prossime liste elettorali. E, vorremmo che tale principio sia chiaramente inserito nello Statuto del Partito.
La rappresentanza di genere non è solo rappresentanza degli interessi delle donne. Più donne in politica e nei luoghi dell’economica vuole anche dire privilegiare la discontinuità nei modelli di comportamento, di relazione e di uso del tempo.
E il riconoscimento dell’importanza delle donne deve partire proprio da Milano e dalla Lombardia.
Il partito democratico sarà in grado di creare una politica innovativa, al passo con i tempi, e contribuirà a costruire una nuova classe politica maggiormente aderente alle caratteristiche della società italiana solo se sarà concretamente democratico, paritario e fortemente rinnovatore .
Francesca Zajczyk - Patrizia Puliafito –- Sandra Bassan - Arianna Censi - Lorenza Robotti - Laura Specchio - Marilisa d’Amico – Serena Accascina – Marella Reitani – Eva Cantarella – Chiara Baratti – Valeria Sborlino – Silvana Schiavi – Lorenza Araldi – Diana De Marchi – Laura Ammanniti – Marilena Adamo - Lorena Capoccia –Patrizia Lanfranconi – Mariarosa Caporali – Camilla Mian – Ardemia Oriani – Maria Carmela Rozza – Maria Agostina Gambidda – Anna Catasta – Emilia De Biase – Maria Emanuela Adinolfi - Luciana Dambra
01 febbraio 2008
Presentazione La resisitbile ascesa a Roma
Mercoledì 13 febbraio ore 21.00
Sala convegni Simonetta Tosi, CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE, via della Lungara, 19, Roma
presenterò il mio libro introdotta e sollecitata da Francesca Molfino, psicoanalista e Federica Raddi
Per saperne di più: 06 68401720 cciddonne@tiscali.it, www.casainternazionaledelledonne.org
26 gennaio 2008
L. 194: mozione unitaria PD in Consiglio Comunale
OGGETTO: Per la piena applicazione della legge 194
- La legge 194 è legge dello Stato confermata da un referendum popolare – che ha visto una straordinaria adesione – che tiene conto in modo equilibrato dei diritti della donna e del nascituro;
- E’una legge ancora attuale in quanto contiene direttamente la possibilità di adeguarsi ai progressi scientifici, come dimostra l’esperienza di alcuni ospedali riguardo al limite temporale per l’aborto terapeutico, il che rende nel nostro contesto decisamente strumentale l’accostamento alla campagna della moratoria sulla pena di morte
- l’articolo 1 della legge 194 recita: “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L'interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che lo aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite. “
- la legge ha dato risultati significativi in termini di riduzione delle interruzioni volontaria di Gravidanza tra il 1983 e il 2005 si e registrata una diminuzione pari al 60%.
- ci sono circostanze oggettive per le donne che ancora vi ricorrono, come: condizioni economiche, bassa scolarizzazione (il 54% è costituito da donne con titoli di studio elementare o di licenzia media,) ma è soprattutto tra le donne straniere che il fenomeno è maggiormente diffuso.
- la politica deve intervenire per rimuovere le cause all’origine di questa dolorosa scelta
- potenziare la rete dei consultori cittadini e tutte le attività di prevenzione, come informazione ed educazione alla contraccezione;
- sostenere, anche attraverso un proprio intervento, l’assunzione di mediatrici culturali. presso tutti i consultori della città;
- sviluppare una campagna di informazione e formazione rivolta alle donne straniere.
- promuovere e rafforzare la rete di sostegno economico e sociale a favore delle donne sole con figli economicamente svantaggiate anche privilegiandole nelle graduatorie per la casa e per il Fondo Sociale affitti;
- sviluppare, in accordo con l’ASL, una campagna di prevenzione tra i giovani attraverso l’educazione alla sessualità, responsabile e consapevole, e la promozione dell’utilizzo dei mezzi di contraccezione, facendone anche oggetto di una specifica iniziativa nell’ambito della “settimana della salute”;
- concordare con la Regione e con l’ASL-Città di Milano un rinnovato impegno di rilancio dei consultori pubblici milanesi, garantendo adeguate risorse professionali e strutturali, oltre alla garanzia della presenza di mediatrici linguistiche in tutte le strutture socio-sanitarie, vista l’alta prevalenza di utenti straniere;
- garantire attraverso la collaborazione tra la ASL, la rete dei consultori e soggetti del terzo settore di diversa ispirazione, secondo le modalità contemplate dalla legge, informazione e interventi rivolti alla prevenzione, aiuto alle donne e sostegno alla procreazione libera e consapevole, come previsto dalla 194.
25 gennaio 2008
La 194, una buona legge
La 194, una buona legge
La 194 è una buona legge. Frutto di un bilanciamento operato dal legislatore in una visione equilibrata tra cattolici e laici sfociato nel ’78 in un referendum, tiene conto dei diritti della donna e del nascituro. E’ una legge “saggia e attuale” perché, coniugando responsabilità consapevole della donna e responsabilità scientifica ed etica del medico, è capace di garantire una effettiva tutela dei diritti coinvolti. Una legge che contiene direttamente anche la possibilità di adeguarsi ai progressi scientifici, come dimostra l’esperienza di alcuni ospedali riguardo al limite temporale per l’aborto terapeutico.
La legalizzazione dell’aborto non ha favorito la diffusione del fenomeno, come da più parti si temeva, ma piuttosto la sua sostanziale riduzione.
Valga per tutti il dato eclatante relativo alla riduzione continua delle IVG tra le donne italiane, che nel 2005 sono state 94˙095, con una riduzione del 60% rispetto al 1983 (anno in cui più numerose sono state le IVG), diminuzione che, pur presente in tutte le classi di età, risulta più marcata nell’età centrale.
La moratoria contro l’aborto avrebbe come esito finale il ritorno alla persecuzione penale della donna, senza tenere conto tra l’altro che per una donna la scelta dell’aborto è sempre una scelta dolorosa e penosa qualsiasi sia la motivazione e la circostanza che la obbliga a tale scelta.
Vero è che ci sono circostanze oggettive (condizioni economiche, bassa scolarizzazione: il 54% è costituito da donne con titolo di studio elementare o di licenza media), che portano le donne a questa scelta e la rinuncia ad una scelta consapevole costituisce quindi una lesione profonda di quei diritti della donna che lo Stato deve tutelare.
Ma è soprattutto tra le donne straniere che il fenomeno è maggiormente diffuso.
Nel 2005 il numero di IVG effettuate da donne straniere corrisponde al 30% del dato nazionale con punte che sfiorano anche il 35% e con un tasso di abortività 3-4 volte superiore rispetto alle italiane, differenza che aumenta ulteriormente per le classi di età più giovani.
Chi oggi agita la campagna contro l’aborto, quindi, non cerca una tutela reale e più forte del diritto alla vita del nascituro – che con la minaccia della pena verrebbe invece indebolito, perché costringerebbe le donne – soprattutto quelle più fragili e indifese - a rifugiarsi nell’illegalità, come succedeva in passato
Il dibattito dovrebbe essere posto sul versante dell'etica della responsabilità che deve coinvolgere le donne e gli uomini, per una decisione matura rispetto alla nascita di un figlio che è un progetto di vita.
Non sul terreno di una ennesima battaglia contro le donne la politica si deve spendere ma nel rimuovere i fattori il più delle volte all’origine di questa dolorosa e terribile decisione consentendo a donne e uomini piena capacità (nel senso di possibilità) decisionale
Quindi lavoro, accesso alla casa, rete capillare di servizi e consultori sul territorio per tutte le donne; integrazione e sostegno nel delicato momento della maternità in particolare per le donne straniere – oggi le più colpite dalla tragedia dell’aborto.
Ma anche formazione e informazione per tutte e tutti, a partire dalle più giovani e dai più giovani.
Francesca Zajczyk
Marilena Adamo
Carmela Rozza, a nome dei consiglieri del Partito Democratico
Giulio Gallera (capogruppo FI)
Carola Colombo (FI)
Patrizia Quartieri (Rif Com)
Maurizio Baruffi (Verdi)
15 gennaio 2008
Natale 2008
14 gennaio 2008
Stanche di furore ideologico
Quando le tematiche dei diritti fondamentali, nei casi critici, non sono analizzate in modo bilanciato, ma sono giocate una contro l’altra, come in Italia sta drammaticamente succedendo proprio sul tema dell’aborto, diventa impossibile ragionare in termini reali e i diritti fondamentali vengono strumentalizzati ideologicamente.
La moratoria contro l’aborto avrebbe quindi come esito finale il ritorno alla punizione penale della donna: la minaccia della pena, però, come è ampiamente dimostrato, non è di alcuna utilità, semmai controproducente per la effettiva tutela del valore che si dice di difendere.
Ma vi è di più, con la minaccia della pena, con una ideologica, ma falsa, contrapposizione fra soggetti diversi, con la rinuncia ad un bilanciamento di posizioni e di principi, quello che viene da ultimo sacrificato è proprio il diritto alla vita del nascituro, dal momento che questa impostazione spinge ancora di più la donna a vivere da sola e in modo irrisolvibile la sua situazione, aumentando quindi il numero di aborti. Vero è che ci sono circostanze oggettive che rendono obbligata la scelta di alcune donne all’interruzione della gravidanza: tuttavia la rinuncia ad una scelta consapevole costituisce a sua volta una lesione profonda di quei diritti della donna che lo Stato deve tutelare.
La 194 è una buona legge perché è il frutto di un bilanciamento operato dal legislatore in una visione - già presente in una sentenza della Corte costituzionale del 1975 a successivamente approfondita nel 1997- che tiene conto dei diritti della donna e del nascituro. Ed è una legge “saggia e attuale” perché, coniugando responsabilità consapevole della donna e responsabilità scientifica ed etica del medico, è capace di garantire una effettiva tutela dei diritti coinvolti. Una legge che contiene direttamente anche la possibilità di adeguarsi ai progressi scientifici, come dimostra l’esperienza di alcuni ospedali riguardo al limite temporale per l’aborto terapeutico.
Chi oggi agita la campagna contro l’aborto, quindi, non cerca una tutela reale e più forte del diritto alla vita del nascituro – che con la minaccia della pena verrebbe invece indebolito, perché costringerebbe le donne a rifugiarsi nell’illegalità, come succedeva in passato; chi agita questa battaglia con furore ideologico cerca in realtà soltanto una vittoria, ideologica, appunto di una parte della società su un’altra, irrilevante o controproducente per una effettiva e seria tutela di tutti i diritti.
Il dibattito dovrebbe essere posto sul versante dell'etica della responsabilità che deve coinvolgere le donne e gli uomini, per una decisione matura rispetto alla nascita di un figlio che è un progetto di vita.
Lavoro, accesso alla casa, rete capillare di servizi e consultori sul territorio per tutte le donne; integrazione e sostegno nel delicato momento della maternità per le donne straniere – oggi le più colpite dalla tragedia dell’aborto. Questo il terreno su cui la nuova politica si deve confrontare e mettere in gioco per rimuovere le condizioni il più delle volte all’origine di questa terribile decisione consentendo a donne e uomini piena capacità (nel senso di possibilità) decisionale.
Espressione di un gruppo di donne milanesi presenti negli organismi che stanno partecipando alla fase costituente del Partito Democratico
Serena Accàscina
Maria Emanuela Adinolfi
Chiara Baratti
Marilisa D’Amico
Anna Catasta
Jasmine La Morgia
Camilla Mian
Patrizia Puliafito
Valeria Sborlino
Francesca Zajczyk