18 ottobre 2006

Consiglio comunale e Metroweb

Vorrei raccontarvi come è andato il consiglio comunale straordinario chiesto dalla opposizione per discutere della faccenda di Metroweb e avvenuto giovedì 12 ottobre.

Si inizia tardi, come sempre…mai in orario. Aspettiamo il Sindaco; tocca a lei l’apertura dei lavori con la presentazione della posizione comunale su tutta le vicenda e la spiegazione delle scelte fatte.

Finalmente si comincia. Sono circa le 17.00.
Legge.
Non vi sto a raccontare il contenuto: sono esattamente le cose che abbiamo letto e continuiamo a leggere sui giornali sia per quanto riguarda le strategie sia per ciò che concerne il metodo seguito. Nulla di nuovo ovviamente, ma per di più piuttosto noioso.

La lettura finisce dopo un quarto d’ora circa e inizia il ballo degli interventi. I primi ad iscriversi a parlare sono i consiglieri della minoranza. Si comincia. Primo intervento: ben preparato, si vede che ha studiato….d’altra parte è anche un esperto di cose societarie)…..ma…non finisce mai. Sì, perché dovete sapere che in questo tipo di consigli chi interviene ha diritto a parlare fino ad un massimo di 75 minuti (un’ora e un quarto!!!!!). E i primi interventi li usano tutti…ma anche quelli che seguono: ognuno vuole dimostrare di esserci, sia in quanto rappresentante di partito, sia in termini individuali.
Purtoppo, però, agli interventi della opposizione si alternano anche quelli della maggioranza che, per lo più, non hanno assolutamente nulla da dire: devono però dimostrare al Sindaco la loro lealtà prostrandosi ai suoi piedi e raccontando quanto lei sia brava, quanto bene voglia lla città e come tutto diventerà stupendo sotto la sua regia.

E gli interventi continuano. Potete immaginare come, man mano che gli interventi aumentano di numero, diminuiscano le cose da dire oppure, vengono dette esattamente le stesse cose degli interventi precedenti.

Insomma, arriviamo così alle 21.00 (ed andata bene perchè non tutti hanno saputo parlare per tutto il tempo disponibile).
E adesso che cosa succede….ci si aspetta che il Sindaco replichi; insomma che dica qualcosa (formale o sostanziale che sia)

Scena surreale: lei tace, tutti tacciono e aspettano qualcosa….fino a che – sorpresa!!!!!- il presidente del consiglio comunale invita a passare all’esame delle due delibere urbanistiche previste per la serata.

Dai banchi dell’opposizione si scatena il finimondo: ma come, non dice niente?
Prende la parola il capogruppo di FI che ci spiega come il regolamento comunale non preveda una replica. Se il sindaco vuole, può farlo; se non vuole, ne ha il diritto.

Altro putiferio e urla da una parte e dall’altra.
Lei osserva dal suo scranno con un sorrisino sardonico…fino a quando…si alza e se ne va….Così, come se niente fosse.

Lo sconcerto è grande anche perchè la prassi pare proprio che preveda sempre una replica…..ma non è finita. A questo punto i consiglieri della maggioranza se ne vanno….in aula manca il numero legale…..noi tapini dell’opposizione siamo tutti presenti pronti a proseguire i lavori (le delibere urbanistiche che, peraltro, fanno parte di un consistente accumulo lasciato dalla giunta Alberini)…ma non si può votare. Il presidente del consiglio comunale , un po’ sconcertato fa rifare l’appello per verificare il numero legale Niente da fare: siamo in 27 (24 dell’opposizione). Bisogna rimandare al prossimo consiglio continuando ad accumulare ritardi ..

Sono le 21.40
Questo un succinto quadretto di un piacevole pomeriggio di autunno al consiglio comunale di Milano. Incredibile: più di 4.30 completamente inutili, buttate via…ma quel che è peggio con la assoluta consapevolezza che non puoi fare nulla. Attualmente queste sono le regole in campo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono esterrefatta!
Per quanto si possa immaginare non avrei mai creduto che il malcostume e la carenza più totale di un'etica sociale di una certa parte del Consiglio potessero "paralizzare" le iniziative. C'è dunque chi fa politica semplicemente con il silenzio boicottando così il faticoso impegno di molti.
Potrebbe servire una maggiore partecipazione diretta dei cittadini? (spesso ignari di siffatte situazioni)