26 giugno 2009

In ricordo di Monica


Questo è un invito a ricordare Monica, una delle tante, tantissime, donne vittima dell’incessante “femminicidio” quotidiano, uccise per mano maschile, la mano conosciuta e
italica del suo ex-marito, che dalle minacce è passato alle vie di fatto.

Monica Marra, 33 anni, è stata accoltellata ieri mattina davanti all’asilo nido di suo figlio a Milano. Se il suo omicidio ha avuto un minimo di visibilità, è solo perché è stato particolarmente odioso: in una zona protetta, davanti agli occhi del figlio e di tanti altri, anche bambini. Se fosse avvenuto nell’intimità domestica, sarebbe stato un rigo in cronaca.

A nulla le sono servite le denunce (l’ultima solo pochi giorni fa), a nulla la legge sullo stalking, né il verbale che ha riportato a casa, a nulla la lunga lista di chi l’ha preceduta nella cronaca.
Cosa le sarebbe servito? Le sarebbe servito che alle leggi esistenti facessero seguito delle risposte concrete, cautelative, proporzionate alla sua richiesta d’aiuto.
Ma quali sono, invece, le risposte: mancano le risorse, le denunce sono troppe e se si dovesse dare seguito a tutti i falsi allarmi…
Certo, le risorse sono sempre poche, si sa.

Forse per trovare le risorse, sarebbe bastato vivere in una realtà che non legittimi una cultura familista, assente e ipocrita.
Sarebbe stato prezioso vivere in un contesto che non si scalda solo per le ronde nelle strade, per il controllo del territorio dal nemico esterno, ma fatica a mettere a fuoco la strage della violenza casalinga, ignorata e relegata nell’ambito marginale dell’inevitabile.

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